Il 2020 è stato l'anno più caldo mai registrato in Europa, con temperature di 1,6 gradi superiori alla media 1981-2010 e una differenza di 0,4 gradi rispetto al precedente record stabilito nel 2019.
Anche l'Europa sta bruciando ed è un punto caldo per il riscaldamento globale. Eppure nessun quotidiano nazionale in nessuna nazione europea ha scelto di scrivere di questo in prima pagina, nonostante il fatto che questo tema debba oscurare qualsiasi altro, sia esso una crisi sanitaria o politica. Nessuno pensava che potesse interessare ai loro lettori che l'anomalia più consistente del continente fosse stata registrata dove dovrebbe fare più freddo: il Circolo Polare Artico e la Siberia. Qui le temperature medie sono state di 6 (sei!) gradi superiori alla media del 1981-2010.
La vera tragedia è l'aumento di ondate di caldo, uragani ed eventi meteorologici estremi, di siccità che portano alla desertificazione, incendi senza precedenti e inondazioni che causano enormi danni, non solo agli insediamenti umani.
Abbiamo sperimentato una diminuzione delle emissioni di gas serra nell'atmosfera, ma questo non ha e non avrà effetti concreti se non diventa una tendenza coerente. Che senso aveva chiudere tutto se niente, nemmeno il giornalismo, è disposto a cambiare, a fare pressione sulle istituzioni ea tenere conto delle preoccupazioni delle persone, visto che hanno ampiamente dimostrato di avere a cuore il proprio futuro e quello delle nuove generazioni? Se le notizie non sono cambiate, come possiamo aspettarci che coloro che hanno interesse a mantenere lo status quo cambino?
Dobbiamo sfruttare le opportunità e gli spazi di cambiamento offerti da un anno straordinario – nel senso più ampio del termine – per evitare che la crisi climatica diventi così grave da spingerci “ad attivare un meccanismo di cancellazione collettiva per astrarre un problema che incombe su di noi e per il quale non riusciamo a trovare soluzioni” (Stefano Liberti). È la nostra ultima possibilità di costruire un futuro degno del nome della nostra specie, Homo sapiens sapiens . (fonte: lifegate.com)
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