La produzione di plastica e le zattere di plastica sono aumentate in modo esponenziale dagli anni '50. Tuttavia, l'aggiunta di una nuova componente permanente o semipermanente del biota costiero in mare aperto sembra essere stata trascurata. Questa svista potrebbe essere dovuta alle quantità relativamente basse di detriti marini di plastica fino agli ultimi decenni, insieme a relativamente pochi studi formali negli ultimi 50 anni sulla biologia del rafting dei detriti d'alto mare. Una maggiore frequenza e quantità di plastica sulla terraferma, insieme all'aumento indotto dai cambiamenti climatici della frequenza delle tempeste costiere che espelle più plastica nell'oceano, fornirà sia più materiale per il rafting che inoculazioni di specie costiere, aumentando la prevalenza della comunità neopelagica. Di conseguenza, eventi di rafting rari in passato potrebbero alterare gli ecosistemi oceanici e cambiare le dinamiche di invasione su scala globale, promuovendo l'urgente necessità di affrontare i diversi e crescenti effetti dell'inquinamento da plastica sulla terra e sul mare. Una vasta area dell'oceano sembra ora essere un habitat adatto per un'ampia diversità di specie precedentemente limitate alle acque costiere. Ciò può essere particolarmente vero nei sistemi gyre subtropicali, dove la plastica galleggiante si accumula nel tempo con possibili tempi di permanenza da anni a decenni o più.
La comprensione dell'ecologia e della biogeografia delle comunità neopelagiche sulla plastica galleggiante fornirà informazioni essenziali sul ruolo della plastica come vettore di specie non autoctone. (fonte: www.nature.com)
Dobbiamo intraprendere ogni azione, sia da parte dei governi e delle istituzioni, sia delle aziende e dei consumatori, per fermare l'inquinamento da plastica. Non sono coinvolti solo gli invertebrati, anche noi umani assimiliamo dal cibo, dall'acqua, dall'aria, una quantità di plastica equivalente a una carta di credito a settimana! Non conosciamo ancora gli effetti a lungo termine, ma di certo non saranno buoni. Vogliamo davvero un mondo di esseri di plastica e mutanti?
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