Phytoremediation to remediate contaminated soil

Fitodepurazione per la bonifica del suolo contaminato

Il fitodepurazione è la tecnica che utilizza piante e microrganismi ad esse associati per eliminare, contenere o rendere meno tossici inquinanti nell'acqua o nel suolo. Esistono piante capaci di accumulare e tollerare nei loro organi determinate sostanze, come i metalli pesanti, a concentrazioni che normalmente sarebbero dannose per altri organismi viventi, compreso l'uomo. Questa tecnica ha indubbi vantaggi: minori costi, basso impatto ambientale ed elevata accettabilità sociale, perché può migliorare l'aspetto estetico di ambienti gravemente degradati e il loro valore ecologico complessivo, favorendo ad esempio l'aumento della biodiversità.
Attraverso la fitoestrazione la pianta è in grado di assorbire i contaminanti dal terreno e trasferirli allo stelo e alle foglie. Raccogliendoli è possibile ridurre gradualmente i livelli di inquinanti,

soprattutto dopo diversi cicli di raccolta ripetuti negli anni.
Un'altra tecnica è la fitostabilizzazione. Si tratta di un metodo passivo, di una strategia di contenimento: la pianta produce sostanze che immobilizzano (cioè rendono insolubile) l'inquinante nel terreno, impedendone così la dispersione nell'ambiente circostante.
La fitodegradazione è una tecnica che ben si adatta a contaminanti di origine organica, come i policlorobifenili (PCB), gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), e altri sottoprodotti dell'attività petrolchimica contenuti nel suolo, spesso persistenti e difficilmente degradabili. Le piante sono in grado di degradare direttamente questi composti in molecole meno persistenti e pericolose per la salute umana e per l'ambiente, grazie alle sostanze prodotte dalle loro radici.
Attraverso il processo di fito-volatilizzazione la pianta è in grado di assorbire i contaminanti, trasferirli alle parti aeree ed eliminarli nell'atmosfera attraverso la traspirazione.

Tutte queste tecniche sono attualmente in fase di sperimentazione in tutto il mondo.

Tra le piante più efficaci per il Phytoremediation ci sono la canapa e il bambù.

La canapa viene piantata a marzo e raccolta dopo circa 6 mesi. Un terreno coltivato a canapa non necessita di fertilizzanti e pesticidi, è in grado di assorbire gli inquinanti dal suolo e dall'aria 3 volte più efficacemente rispetto alla stessa area di bosco. Inoltre, la canapa ha molti usi praticamente in ogni settore economico, dal tessile civile e industriale alle bioplastiche, ai materiali da costruzione, alla medicina e all'alimentazione.

Il bambù ha bisogno di circa 5 anni per sviluppare le radici, ma dopo ha una crescita molto veloce, diventa un'erbaccia e assorbe numerosi inquinanti dal suolo e dall'aria, non necessita di fertilizzanti e pesticidi. Il bambù può essere utilizzato come legno per l'edilizia, mobili e oggetti, tessuti, cibo.

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