Moda ecologica sostenibile

Durante il lockdown globale, anche l'industria della moda ha capito che deve cambiare: trasparenza, tracciabilità e circolarità sono le parole chiave per tornare a nuova vita. Nella moda le esigenze dei consumatori stanno cambiando e le aziende dovranno impegnarsi a prestare maggiore attenzione alla riduzione dell'impatto ambientale e al rispetto dei diritti dei fornitori nella filiera e dei consumatori stessi. I big del settore moda ora sono chiamati ancora una volta a dare una risposta, un chiaro segnale che sostenibilità non significa solo usare un po' di cotone biologico, ma molto di più.

La pandemia oggi mette le aziende di fronte all'occasione per dimostrare che è possibile dare priorità ai diritti dei lavoratori e dei consumatori, a cominciare, ad esempio, a non cancellare gli ordini nei Paesi produttori della grande distribuzione organizzata.

Un gruppo di 65 organizzazioni della società civile, rappresentato dal Fair Trade Advocacy Office, ha proposto la loro "strategia ombra" come una strategia nascosta non ufficiale con una serie di azioni legislative e non legislative, che possono servire all'UE per attuare nuove strategie ambientali e misure di protezione sociale prevedendo standard più elevati all'interno delle catene del valore, con una strategia sempre più armonizzata a livello europeo.

Per sanare la moda è necessario trovare insieme alle istituzioni le risposte ad alcune domande che oggi sono diventate fondamentali.

Come dare nuove certezze ai consumatori delle nuove generazioni che chiedono sempre più ai brand "cosa c'è dietro il prodotto", tutelandoli dal rischio del green washing - sempre più diffuso - che viene dalle aziende che "dicono" molto ma continuano a "fare" troppo piccolo?
Come gestire il problema della sovrapproduzione? Come ripensare i tempi della moda? In questa fase molto importante, è ancora più evidente la necessità di aggiornare le normative sulla gestione della vita del capo: questa sembra essere la direzione segnata dal governo francese con la legge anti-spreco emanata a febbraio 2020, che - se interpretata anche da altri Paesi - potrebbe aprire una nuova strada verso una maggiore trasparenza, tracciabilità e circolarità del settore moda. Come mettere al centro il capitale umano e come rendere le filiere più resilienti anche grazie - ma non solo - alle tecnologie? Insomma, per sanare la moda oggi è fondamentale dare maggiore importanza agli ambiziosi progetti multi-attore che si interrogano su come reindirizzare il settore verso una maggiore trasparenza, tracciabilità e circolarità.

Come consumatori, possiamo scegliere tessuti e tintori biologici, di origine vegetale.

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