Il rapporto sulle pandemie dell'IPBES

C'è una sola specie responsabile della pandemia di Covid-19: noi. Per evitare future epidemie bisogna agire sulla prevenzione, salvaguardare la salute umana attraverso la tutela degli ecosistemi e della biodiversità, riducendo l'agricoltura intensiva e l'allevamento, lo sfruttamento indiscriminato delle foreste e degli habitat naturali, il commercio di fauna selvatica.

Sono le conclusioni del Pandemics Report, documento frutto del lavoro collettivo di 22 scienziati riuniti dalla Piattaforma intergovernativa di politica scientifica sulla biodiversità e i servizi ecosistemici (Ipbes), organismo intergovernativo indipendente riconosciuto dalle Nazioni Unite, che riunisce le i massimi esperti mondiali di biodiversità.

Le stesse attività umane che guidano il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità determinano anche il rischio di pandemie, attraverso il loro impatto sul nostro ambiente. Tutto nasce dall'uso del territorio, dall'espansione e intensificazione dell'agricoltura, dai consumi non sostenibili, dall'agricoltura intensiva: tutto ciò danneggia gli ecosistemi, aumentando in modo innaturale il contatto tra fauna selvatica, bestiame, agenti patogeni e persone, portando prima alle zoonosi (malattie che possono diffondersi tra animali e umani, come influenza, rabbia e febbre della Rift Valley), e poi alle epidemie, fino alle pandemie, con costi umani ed economici stratosferici. Oltre alla perdita di oltre un milione di persone, il Covid-19 ha causato costi economici giganteschi a livello globale, compresi tra 8 e 16 trilioni di dollari (luglio 2020).

Eppure, dicono gli scienziati, fornire forti incentivi economici contro la devastazione degli ambienti naturali costerebbe 100 volte meno. Dobbiamo passare dalla reazione alla prevenzione. E l'approccio "one health", che ha a cuore lo stato di salute dell'uomo, degli animali e dell'ambiente. È necessario istituzionalizzare l'approccio olistico da parte dei governi nazionali. In primo luogo fermare l'espansione agricola globalizzata, anche attraverso tasse o imposte sul consumo di carne, produzione di bestiame e altre forme di attività soggette a pandemie, come il commercio di fauna selvatica e il consumo di fauna selvatica, valorizzando al contempo coloro che, tra gli indigeni e le popolazioni locali, si impegnano a raggiungere una maggiore sicurezza alimentare sostenibile per l'intero ecosistema. (fonte: lifegate.it)

Ognuno di noi può fare la propria parte: adottare uno stile di vita eco-friendly, utilizzare energie rinnovabili e trasporti pubblici, mangiare cibo biologico vegano locale, abbandonare la plastica monouso.

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