Il sistema agroalimentare è tutto ciò che sta dietro a ciò che mettiamo nei nostri piatti: la terra, il clima, le coltivazioni, i sistemi di approvvigionamento, i trasporti e la distribuzione. È una lunga catena in cui sono coinvolti molti attori: nei nostri piatti c'è il lavoro di un miliardo di persone nel mondo. L'agricoltura comprende anche prodotti non alimentari, come la silvicoltura e i biocarburanti. La pandemia ha messo in luce il legame tra la salute dell'uomo e la salute del pianeta. Non è pensabile che il sistema agroalimentare non entri in crisi se continuamente messo alla prova da inondazioni, siccità, patologie e invasioni di insetti. La popolazione dei grandi centri urbani è destinata ad aumentare, mentre nel contempo le campagne si spopolano.
L'allarme della Terra chiama ciascuno di noi all'azione. Non serve essere scienziati per agire, basta essere consumatori: con le nostre scelte possiamo diventare motori di cambiamento. Siamo di fronte a una sfida globale: trasformare il sistema agroalimentare e garantire l'accesso a cibi sani e nutrienti a una popolazione mondiale che continua a crescere senza danneggiare il pianeta.
I consumatori sono un anello centrale del sistema agroalimentare. Se da un lato siamo influenzati dai messaggi veicolati attraverso il cibo, dall'altro il nostro comportamento può influenzare le scelte di mercato. L'acquisto di prodotti stagionali nei mercati locali da un lato sostiene le economie locali ei piccoli produttori, dall'altro riduce le emissioni dovute ai trasporti: quanto costa acquistare cibo fuori stagione dall'altra parte del mondo?
Anche quest'anno la Giornata Mondiale dell'Alimentazione si celebra nel segno della sconfitta: più di 3 miliardi di persone nel mondo (quasi il 40%) non hanno accesso permanente a cibi sani, 800 milioni sono denutriti. Il Covid-19 ha solo peggiorato i numeri dei disastri. Motivo in più per intensificare la lotta alla perdita e allo spreco alimentare: il 14% del cibo prodotto non arriva ai mercati, il 17% viene sprecato. Cifre enormi che hanno un costo invisibile: l'8% delle emissioni di CO2 è imputabile all'energia utilizzata per produrre e smaltire alimenti che nessuno mangerà. Non è tanto un problema di mancanza di risorse quanto di cattiva gestione del sistema agroalimentare.
Per trasformare il sistema agroalimentare servono azioni concertate tra pubblico e privato che coinvolgano non solo l'agricoltura, ma anche il commercio, la salute, l'ambiente, l'istruzione, le infrastrutture, le imprese, la ricerca
“Le nostre azioni sono il nostro futuro” recita un claim della FAO.
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